La banda di Riva nel 1908

  

Dopo aver studiato al conservatorio di Milano, con Lauro Rossi (allora direttore del conservatorio), viene a Riva del Garda Giosuè De Gregori, ( Como 1829-Innsbruck 1916) dall' 11 novembre 1858 (data di assunzione) al 1871. E'il musicista più rappresentativo operante in città nella seconda metà del 1800; organista, direttore di banda, direttore d'orchestra, maestro concertatore all'opera, compositore, didatta, nonché commerciante e accordatore di strumenti musicali. Persona dinamica, frenato soltanto dal progredire della cecità, morto ad Innsbruck, nel 1916, all'età di 87 anni. Presso la Civica Biblioteca di Trento e presso l'archivio privato del dott. Albino Tonelli, si possono trovare numerose trascrizioni per fiati, dal settimino alla grande banda, per lo più riduzioni di opere liriche. Molto amico di Arrigo Boito (si trovano alcune lettere di questo musicista autografe presso l'archivio Tonelli), a partire dal 1891 De Gregori dovrà lasciare ogni incarico per problemi di famiglia e di salute. Il regolamento, steso sul modello della banda di Como, quindi probabilmente portato dal De Gregari sancisce nell'art. 1 che i componenti devono essere almeno in numero di 26, al secondo paragrafo l'intervento del comune deve essere di 200 fiorini il primo anno, 100 nel secondo e 100 nel terzo, con l'obbligo di suonare gratuitamente ogni qual volta se ne presenti la necessità ed almeno una volta al mese in pubblico, gli strumenti sono a carico degli allievi con un anticipo societario in più anni (art. 6), i bandisti non possono esibirsi in pubblico senza il consenso dell'associazione (art. 13). Tre saranno le prove settimanali (art. 7). La trascrizione e la riduzione dei brani è pagata separatamente al M° (art. 8 e 10). I vecchi strumenti vengono venduti e se ne acquistano una ventina di nuovi dalla ditta Monzino di Milano, tramite il De Gregori.A distanza di oltre un secolo è evidente il ruolo fondamentale giocato dall'allora civica amministrazione nelle scelte operate in ambito culturale e musicale. Mentre verso il 1850 inizierà il fenomeno dei bagni al lago, con conseguente apertura dei primi hotel e alberghi, cambiando la fisionomia della città. Inizia il fenomeno del turismo economicamente inteso, che porterà a Riva personaggi come Nietzsche, Heinrich, Thomas Mann, Franz Kafka .A testimonianza della vivacità musicale di quegli anni, numerosi sono i regolamenti e gli statuti adottati per l'attività musicale: 20 febbraio 1862 statuto per la società filarmonica, 20 aprile 1871 regolamento per il Corpo Banda in Riva: è istituito un piccolo corpo di musica banda civica, composto da non meno di 26 bandisti…., 9 maggio 1876, statuto del club musicale di Riva.

Interrotta l'attività nel 1879, si ricostituì nel 1893 ed ebbe successivamente i Maestri: Alessandro Ravera, (1893-1897) Giuseppe Galimberti, (1897-1900), Eugenio Palazzi (1900-1901), Giovanni Russolo (1901-1905) Da ricordare il provvedimento del comune di Riva del Garda, dove il 15 maggio del 1898 indice un concorso per il posto di Maestro Direttore delle sezioni Banda ed Orchestra della Scuola Filarmonica cittadina.. E' del 15 settembre 1900 inoltre il provvedimento del municipio di Riva del Garda attraverso il quale si aprono le iscrizioni per alunni che vogliono dedicarsi allo studio di strumenti a fiato e ad arco in modo da riorganizzare le due sezioni della Scuola Filarmonica Comunale. E' del 1902 l'istituzione di una fanfara operaia della società Concordia e ginnastica, diretta nel 1905 da Silvio Bonometti. Sospesa l'attività di nuovo nel 1905, riprenderà nel 1906 ( è del 6 novembre 1907 un provvedimento del Municipio di Riva del Garda attraverso il quale si conferma il Sig. Angelo Borlenghi al ruolo di M° primario della cittadina scuola filarmonica), sotto la guida del M° Angelo Borlenghi, (che la dirigerà fino al 1912, perché poi chiamato all'insegnamento presso il conservatorio di Firenze) figlio d'arte (anche il padre e il nonno erano musicisti) compositore e strumentatore per banda, diplomato in organo e composizione, nato a Gussola (Cremona) il 18.10.1878 e morto a Pistoia il 29.08 1931. A diciotto anni era già Maestro della banda di Sesto Cremonese. Tra le opere scritte si ricordano quelle teatrali, “Juana”, “Don Perez”, “Cleopatra”, la fantasia “Sognando”, (composta a Locarno nel febbraio 1905) che gli permise di vincere il 1° premio di 1a categoria in un concorso di composizione bandistica, attualmente disponibile in versione manoscritta presso la biblioteca civica di Riva del Garda.La marcia classica tripartita “Indipendenza Ticinese”, eseguita per la prima volta nella piazza grande di Locarno dalle bande di Bellinzona, Locarno, Pallanza, Luino e Sutra il 10 agosto 1903 e ”Notte d'amore” composto a Biasca nel novembre 1905, un valzer in puro stile viennese, sono invece depositati presso l'archivio del Corpo Bandistico di Riva del Garda. Si ricordano anche vari pezzi per pianoforte e liriche; strumentò per la casa editrice Ricordi la Sinfonia dall'Opera “I promessi sposi” e i “I lituani” di A. Ponchielli; fu inoltre autore del “Trattato di strumentazione per orchestra e per banda” (scritto tra il 1897 ed il 1901) e insegnante al conservatorio di Firenze di composizione e strumentazione per banda. Fu chiamato a far parte della giuria del concorso musicale indetto dal Comitato dell'Esposizione Internazionale di Milano. (Qui si trovò in giuria assieme ad Alessandro Vessella, (21.03.1860-06.01.1929) celebre ancora oggi per aver pubblicato numerosi trattati e studi sul repertorio bandistico italiano) Si presentò inoltre in teatri lirici italiani, svizzeri e tedeschi. Si spostò dapprima nel Canton Ticino, a Biasca, a Bellinzona poi a Locarno dove fu applaudito direttore d'orchestra e di coro per poi approdare a Riva del Garda. A Riva del Garda nacque suo figlio Enzo, il 20.03.1908, a sua volta compositore e pianista, insegnante di armonia, composizione e contrappunto al conservatorio di Lucca dove dal 1970 al 1978 è stato anche direttore.

 

Da una analisi stilistica effettuata dal musicista rivano Nicola Straffelini (1964-) sulle partiture “Sognando” “Indipendenza ticinese” e “Notte d'amore” si evidenziano aspetti comuni: la sezione dei clarinetti è composta da clarinetto piccolo in mib e clarinetti in sib divisi in 3,4 o 5 parti, gli ottoni chiari sono rappresentati da due cornette in si b, tre contralti in mib due flicorni baritoni ed i bassi. La sezione delle percussioni varia da brano a brano, presentando un notevole corpo strumentale con tamburo, grancassa, piatti,triangolo, tam tam e tamburello basco. In “notte d'amore” si aggiungono ottavino, flauto e clarinetti bassi. Interessante notare l'assenza in tutte e 3 le partiture della sezione dei sassofoni, dovuta probabilmente all'indisponibilità momentanea di questi strumenti, visto che appaiono in partiture successive (ad es. in sul lago di Garda, pubblicato da Lapini a Firenze nel 1907).

  

Sotto la guida attenta di Angelo Borlenghi la banda cittadina raggiunse eccellenti livelli musicali, anche per la bravura di taluni solisti, che fungevano anche da Istruttori, tra i quali citiamo: Armando Torelli di Modena (flicornino), Ettore Salvadoretti di Treviso (clarinetto), Alessandro Del Cielo di Modena (trombone) Ganzerli (flicorno baritono), Guido Alberti (flicorno baritono). Il complesso poteva vantare nel suo repertorio un gran numero di pezzi di elevata difficoltà ed il suo organico esiste oggi solo nelle grandi bande militari. (da un programma del 1908, la banda suonava le danze ungheresi di Brhams, la serenata di Schubert, il Peer Gynt di Grieg, il poema sinfonico Finlandia di Sibelius, nelle steppe dell'Asia centrale di Borodin, la 5a sinfonia di Beethoven, la fuga in sol minore di Bach. Quel complesso si fece apprezzare non solo in regione, ma anche nell'Italia di allora e fu invitato più volte a partecipare a concorsi bandistici con l'esecuzione di impegnativi pezzi d'obbligo.Ci è giunta fin dal 1909 la notizia del pagamento di Maestro e bandisti: per 1 concerto il Maestro percepiva 10 corone, gli istruttori 5 corone, i suonatori di 1° cat. e cat. Intermedia 3,5 corone, i musicisti di 2° cat. 2,5 corone, il bidello 2 corone, il porta tamburane 1 corona. Nel giugno del 1911 la banda di Riva del Garda è invitata a Trento per i festeggiamenti del 25° di fondazione della banda cittadina e sempre nello stesso anno e precisamente nei giorni 13,14 e 15 agosto partecipa al Concorso Internazionale di Torino. Si vuole ricordare anche la trasferta di Venezia, per un fatto a dir poco curioso: i bandisti furono costretti a presentarsi in abiti civili per il veto posto dalle autorità Austro-Ungariche di indossare la sontuosa e pomposa divisa. Nel 1912 e 1913 la banda venne diretta dal M° Oreste Forni, mentre nel 1914 viene assunto, quale Maestro della scuola filarmonica Carlo Petovsek di Trieste perché unico aspirante austriaco su 55; gli altri avrebbero dovuto assoggettarsi alla sudditanza austriaca ma non lo fecero. Sospesa ancora una volta l'attività causa la 1a guerra mondiale, (nel frattempo era diventato una sezione di una più vasta Scuola Filarmonica cittadina) la banda di Riva del Garda si ripresenta nel 1920 con il Maestro Pietro Mastrangelo, (già direttore della banda del 18° fanteria di Trento) un'altra grande bacchetta che mette in grado la banda di crescere poco a poco, diventando un complesso famoso ed apprezzato come quello del Borlenghi. La banda partecipò a vari concorsi e fu invitata anche a Novara in occasione della Mostra dell'Agricoltura. E' del 1924 il contributo pro banda della Società d'abbellimento di Lire 500, mentre l'8 luglio 1924 Mario Bettinazzi rassegna le dimissioni dal curatorio della Scuola Filarmonica di Riva del Garda, riscontrando palese ostilità al fascismo da parte della cittadinanza di Riva. L'11 settembre 1924 viene approvato un nuovo statuto della società della banda musicale cittadina: il corpo musicale è costituito dal M° ed al massimo da 45 bandisti effettivi, da un numero di 10 allievi classificati e da un numero indeterminato di apprendisti. Pochi giorni dopo, il 16 settembre il M° Mastrangelo viene assunto provvisoriamente. E' invece dell' ottobre 1924 la partecipazione della fanfara della società sportiva benacense al !° Congresso regionale di fanfare. Nel 1926 la banda riceve un contributo di Lire 23.533,60 dall' Impresa dei Pubblici Esercizi (questa somma rappresenta il totale di una raccolta attraverso la quale gli artigiani, gli alberhi e le ditte di allora “sponsorizzavano la banda); l'anno successivo, nel 1927, questa somma diventerà di Lire 32.000 tra gennaio ed agosto e di Lire 16.000 dal settembre al dicembre.